Perché il blog...

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New media, internet, intelligenza collettiva, multitasking, social network, wiki, e-learning e media educational sono soltanto alcune delle problematiche che, sulla scia delle innovazioni tecnologiche che hanno investito il mondo della comunicazione e della produzione, si sono riversate su genitori, educatori, studiosi ed operatori nel sociale.
Nel diluvio informatico-tecnologico che rischia di sommergere anche il navigatore più esperto, potrebbe essere utile un confronto di opinioni e il guardare a più punti di vista. In fondo, come ricorda Pierre Lévy, cos'è il Word Wide Web se non l'articolazione di migliaia di punti di vista diversi?

martedì 3 gennaio 2012

L'influenza dei media sui processi cognitivi

La TV, internet, i media in genere, ci rendono (più) stupidi? Sembrerebbe di sì... Almeno è questo che afferma Nicholas Carr, saggista americano che in questo libro denuncia i rischi di alterazione del cervello legati ad una frequenza massiccia della rete. Accanto alle opportunità straordinarie che mette a disposizione dei naviganti, internet trasforma il nostro modo di analizzare, comprendere, apprendere. Il passaggio dalla carta stampata allo schermo è responsabile non solo di un pensiero reticolare (piuttosto che lineare) ma soprattutto, per l'autore, di un modo di ragionare più superficiale perché i vari link fanno saltare da una pagina all'altra, consentono di giungere dove si vuole (e spesso anche dove non vogliamo) ma contemporaneamente fanno perdere spessore poiché viene a mancare il tempo di soffermarsi, riflettere e sviluppare una profonda analisi.
Carr era inizialmente un consumatore febbrile delle tecnologie, finché non è giunto alla conclusione che esse stavano cambiando il modo in cui il suo cervello funzionava ed erano responsabili dell'incapacità di prestare attenzione per un tempo prolungato e della perdita della memoria di lungo periodo: rischi molto pericolosi perché gli effetti sono e saranno profondi e permanenti. 

L'analisi di Carr trova molti sostenitori e, del resto, tutte le volte che una nuova tecnologia intellettuale prende il sopravvento su quella tradizionale, è facile trovare apocalittici di turno che lanciano allarmi e mettono in guardia su rischi e pericoli. Si potrebbe addirittura citare Platone che, nel Fedro, denunciava le perdite mnemoniche e cognitive in cui sarebbe incorso l'uomo grazie alla fissità della parola scritta. Anche l'invenzione della stampa è stata oggetto di controversie fra gli studiosi che hanno intravisto, nell'abbondanza e disponibilità dei libri, il rischio di una volgarizzazione della conoscenza. Oggi invece siamo consapevoli che il libro a stampa ha contribuito alla nascita dell'era moderna sostenendo processi di rinnovamento religioso, culturale e scientifico.
Anche i media digitali sicuramente stanno disegnando un orizzonte diverso da quello conosciuto: alcune competenze si ridurranno o andranno perse a vantaggio di altre, in un processo evolutivo che solo la Storia futura potrà giudicare.

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